Giocoleria nella storia

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Le prime testimonianze storiche riguardanti il juggling si possono trovare nelle tombe di Beni-Hassan, nell’antico Egitto dove è stato ritrovato un affresco, datato 2600 a.C., rappresentante delle donne che giocano con tre palline.

Passano 1500 anni prima di ritrovare, nella Grecia antica, nuove tracce di giocolieri. E’ improbabile che in questo lasso di tempo non vi sia stata alcuna forma di giocoleria: gli storici tendono a spiegare il fatto dicendo che molto probabilmente quest’arte non venne mai considerata ufficiale o particolarmente importante, e che quindi non lasciò tracce. Per quanto riguarda gli antichi greci, comunque, le testimonianze sono ben visibili. Sono stati infatti ritrovati molti vasi raffiguranti persone che lanciano oggetti. Possiamo anche dire che la maggior parte dei giocolieri erano donne e che la giocoleria veniva considerata un attività ricreativa.

Contemporaneamente vediamo nascere prime forme di giocoleria anche in Cina. Si dice che i soldati, mentre si riposavano sui campi, avessero trovato il modo di giocare con lance e tridenti, e di tenere in equilibrio sulla testa o sul mento enormi vasi di terracotta. Inoltre leggenda vuole che un giorno nel 603 a.C., durante una battaglia con la comunità rivale di Song, Xiong Yiliao, famoso condottiero Chu, di fronte alle lance e alle spade dei nemici, si mise a giocare improvvisamente con nove palline. Le truppe nemiche Song si ritirarono senza combattere, terrorizzati a tanta destrezza.

E’ però ai tempi dell’impero romano che la giocoleria si diffonde, soprattutto grazie a giocolieri specializzati nel lanciare spade e lance. Quintiliano li definisce con il termine di ventilatores o pilares (della palla). Risalgono all’età romana anche i primi nomi di giocolieri: Tagatus Ursus, che sulla sua tomba scrisse di essere stato il primo a giocare con delle sfere di vetro, Sidonious Apollinaris, generale che divenne famoso perché intratteneva le sue truppe con tre palline, e Settimo Spika, che viene spesso raffigurato in compagnia di ben sette palline.

Caduto l’impero romano, quest’arte cambiò aspetto. Durante il Medioevo, infatti, non venne più considerata una semplice attività ricreativa, aperta a tutti, ma un qualcosa da lasciare nelle mani di veri e propri professionisti, da vedere per svagarsi e divertirsi: è l’epoca dei menestrelli. Questi “giullari” si esibivano spesso nelle corti dei nobili o nei palazzi reali, utilizzando soprattutto palline e coltelli. Nel 1066, ai tempi di Guglielmo il Conquistatore, venne istituito il titolo di “Re dei Giocolieri”. Nello stesso periodo nacquero anche le prime scuole di menestrelli.

Sempre nel Medioevo, però, si può notare che vi fu una persecuzione della giocoleria. Infatti, coloro che volevano esibirsi, ma non erano menestrelli di professione, venivano visti molto male, soprattutto perché la figura del giocoliere era spesso associata a quella del mendicante. Verso la fine del Medioevo, ci fu un periodo “buio” della giocoleria e iniziò a scomparire la figura del menestrello. I giocolieri non vennero più riconosciuti come artisti e la loro figura andò a coincidere con quella del vagabondo, del saltimbanco e del mendicante.

Questo periodo nero terminò solo nella metà del 1800, quando iniziarono ad apparire i primi “giocolieri signori”, artisti che si esibivano nei ristoranti, nei saloni e nei club privati, utilizzando con vasi, mazzi di fiori, cappelli, bastoni da passeggio, etc. Altra tappa importantissima è l’inizio del 1900, quando, a partire dalla Russia, i giocolieri iniziarono ad espandere la loro arte nei circhi, che, successivamente, divennero la casa dei giocolieri.
Da questo momento in poi la storia della giocoleria si può descrivere solo attraverso i nomi che hanno reso grande questa disciplina, ad esempio: Enrico Rastelli, il signore dell’equilibrio, colui che è considerato il più grande giocoliere di tutti i tempi.

Il primo articolo scientifico legato alla giocoleria risale al 1903, quando Edgar James Swift pubblica sull’American Journal of Psychology uno studio in cui compara le velocità di vari studenti intenti nell’apprendere a giocolare con due palline nella stessa mano. Nel 1950 grazie ai successori di Swift si inizia a parlare per la prima volta di “metodi di apprendimento senso-motorio”, ed è proseguendo con questi studi che si è arrivatti alle recenti terapie per lo sviluppo/recupero delle potenzialità cognitive. Ma non è stata solo la “scienza” ad apprendere dalla giocoleria: nel 1970 Claude Elwood Shannon il “pioniere della tecnologia dell’informazione”, ha apportato il suo grande contributo anche del mondo del juggling. Il suo teorema della giocoleria ha dato infatti grande impulso agli studi su questo settore, ma lo affronteremo successivamente in dettaglio. Arrivando ai tempi nostri un vero giocoliere, ma della tecnologia è Marco Tempest. Egli si diletta nella giocoleria con dei telefoni, ma non lanciandoli, ma bensì creando delle reazioni a catena con tre cellulari creando illusioni.

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